La famiglia delle Orchidaceae, con oltre 20000
specie è fra le più ricche per numero di entità nel mondo. Sono diffuse in tutti
i continenti eccetto l’Antartide e sono assenti in genere nelle zone più fredde
e in quelle desertiche più aride. Il numero delle specie raggiunge il massimo
valore ai tropici.
L’ Italia con circa 120 specie è tra i paesi europei più ricchi di orchidee. I
fiori sono in genere riuniti in infiorescenze (spighe o grappoli) e nascono
all’ascella di una brattea che è una foglia modificata, generalmente ridotta,
che ha la funzione di protezione dei boccioli.
Il frutto è una capsula, un
frutto che a maturità si apre lasciando fuoriuscire semi piccoli e numerosi.
Struttura generale di un'orchidea
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1.
Sepali laterali
2. Sepalo mediano
3. Petali
4. Labello
5. Disegno o specchio
6. Appendice
7. Ginostemio
8. Pollinoidi
9. Ovario
10. Brattea floreale
11. Stelo
12. Foglie
13. Radici
14. Rizotubero
15. Rizotubero nuovo
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Tutte le orchidee spontanee italiane sono terricole, mancando da noi quelle
epifite e cioè quelle che vivono su altre piante. L’apparato sotterraneo è
costituito generalmente da rizotuberi.
Le orchidee possono propagarsi per via
vegetativa o agamica e per via gamica o sessuale. La riproduzione agamica
consiste generalmente, nelle nostre specie, nella produzione, alla fine della
stagione vegetativa, di un rizotubero in cui si accumulano le sostanze di
riserva e che sostituirà quello della stagione vegetativa precedente. In
sostanza i rizotuberi vecchi vengono sostituiti da quelli giovani. La
riproduzione sessuale comporta l’ interscambio di materiale genetico attraverso
la fecondazione degli ovuli da parte del polline. L’impollinazione avviene per
mezzo degli insetti.
Le orchidee appartengono ad una delle famiglie più vaste del regno vegetale,
ultima nell’ordine sistematico delle piante e si trovano quindi sul gradino più
alto dell’evoluzione.
In Abruzzo vegetano una settantina di specie e tale numero
fa della nostra regione una delle più ricche di tutta l’Italia.
Nel Comune di Lucoli sono state censite 25
varietà di orchidee spontanee e tale
numero è ragguardevole considerando la scarsa varietà di ambienti qui presente.
Molte piante hanno colpito la fantasia popolare suscitando interesse e spesso
attrazione quasi morbosa. Tra queste, le orchidee sono quelle maggiormente
circondate da un alone di mistero che sovente sconfina nel magico e
soprannaturale.
Sarà forse per il fiore, che assume sembianze che ricordano una
scarpetta o un insetto, ed anche le parti sotterranee, radici e tuberi, che
assomigliano ora alle dita di una mano e, più spesso, agli organi genitali
maschili da cui il nome di derivazione greca (orchis=testicolo) passato ad
indicare tutta la famiglia. Proprio per questo motivo alcune orchidee venivano
utilizzate anche nella medicina popolare.
Nel nostro territorio la Gymnademia conopsea veniva utilizzata quale
antiepilettico ma soprattutto trovava impiego anche per fatture ed incantesimi
d’amore, mentre i tuberi di Aceras anthropophorum servivano per preparare
pozioni aromatiche e mucillaginose con proprietà sedativa.
Il cosmopolitismo e l’alto grado di evoluzione delle orchidee potrebbe indurre a
pensare che non vi siano problemi per il loro futuro, mentre in realtà esse
figurano spesso negli elenchi delle piante minacciate ed in via di estinzione.
Le orchidee rappresentano una voce importante del nostro patrimonio naturale e
la loro protezione è oggi una improrogabile necessità.
Ci auguriamo che questa “guida” alle orchidee spontanee di Lucoli possa
interpretare questa esigenza e rivelarsi utile all’amatore e all’escursionista
ai quali consigliamo di fotografare invece che raccogliere affinché i
nostri figli e nipoti possano ammirare in natura i più belli dei nostri fiori. |