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ASSOCIAZIONE  TURISTICA  PRO LOCO lucoli 

     

 
 

PAROLE COME PIETRE, PIETRE COME PAROLE - agosto 2006


L'intervento del Sindaco Luciano Giannone


Lucoli, 6 luglio 2006

La poesia di Leandro Ugo Iapadre appartiene ad un genere che non tramonterà mai, quello dei sentimenti, della semplicità espressiva, delle emozioni che solo questa terra può dare e che nessun artificio letterario può eguagliare.

Egli ci fa riscoprire un genere, quello della poesia dialettale, che merita rispetto in quanto ha permesso, soprattutto alle classi più emarginate, di esprimere concetti ed esperienze di vita che sarebbero state, per loro, quasi impossibile, con una lingua calata dall’alto e per i più sconosciuta nelle varie forme espressive.

L’uso del dialetto e quindi della poesia dialettale va visto come un’orgogliosa reazione ed un confronto linguistico, alternativo ed equivalente all’italiano, che permette ancora oggi e permetteva allora di esprimere al meglio la visione della realtà.

L’operazione compiuta dal nostro Leandro è stata quella di essersi saputo inserire in tutti contesti sociali dando una testimonianza del nostro passato e delle nostre radici.

Valori indispensabili e determinanti per la ricostruzione della nostra identità, della nostra matrice intellettuale e culturale insomma del nostro DNA.

Un passato, è vero, che se anche non dobbiamo guardare con nostalgia, ma dal quale dobbiamo trarne il meglio di esso se vogliamo costruire una società più giusta e quindi un mondo migliore.

Traspare evidentissimo dalle opere del Iapadre il legame indissolubile con la sua terra, con la sua gente e con i valori essenziali che sono alla base della sua stessa poesia.

Si evince, inoltre, come la dolcezza e la “nostalgia” della memoria non sono mai state dimenticate e sono sempre presenti negli scritti
dell’ autore.

E’ per questo che a nome dell’Amministrazione Comunale, dell’intera Comunità Lucolana e mio personale un sentito grazie per aver dedicato gran parte della vita alla ricerca del nostro vissuto e per aver contribuito in modo tangibile a “salvare” dialetto lucolano.
 

 

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