L’otto giugno del duemiladue, dopo la
celebrazione della Santa messa, è stato inaugurato il restauro e
l’ampliamento di un antico fontanile che si trova lungo la strada
interpoderale che da S. Croce scende verso la vallata sottostante.
La manifestazione, oltre all’importante presenza del Sindaco di Lucoli, ha
assunto un valore che va oltre l’opera di restauro mettendo in risalto il
significato che riveste il rispetto del bene comune e la preziosità
dell’acqua.
Sono stati, infatti, alcuni bambini ad essere al centro della manifestazione
e che formalmente hanno provveduto ad aprire il condotto per consentire
l’accesso dell’acqua nella vasca di raccolta sollevando, inoltre, la
bandiera Italiana che copriva due sculture marmoree.
Un grazie di cuore a Don Massimiliano e a tutti coloro che sono intervenuti
alla manifestazione gratificando così l’impegno e la serietà di chi, con
tanta responsabilità e passione, ha consentito la realizzazione di quest’opera.
Che benedizione, quell'acqua!!
di m.d.
Con semplici gesti, oggi, noi possiamo godere di servizi e comodità che
ormai siamo portati a dare per scontati, forse con troppa superficialità;
Una lieve pressione su un pulsante, un giro di rubinetto ed ecco che
possiamo disporre di luce, gas acqua e così via
Ma...!!
Che benedizione, quell'acqua!!
quando faceva caldo, al sol leone, che i cavalli arrivavano assetati; si
chinavano sul pilone, ancora col fieno sulla groppa, e il padrone beveva
anche lui l'acqua sorgiva - sempre così fresca - a sorsate lunghe e avide.
Se ne andava la calura, si acquietava la fatica. E poi, all'ombra degli olmi
era bello rimanere un po', masticando lenti due fette di pane, un pezzo di
formaggio, a guardare l'acqua e a pensare.
E quando, invece, di buon mattino, scendevano le ragazze col cesto pieno di
panni a fare il bucato tutte insieme; il lavoro era meno pesante,
chiacchierando, scherzando, e spettegolando anche, sugli ultimi fatti delle
Ville; e mentre le lenzuola del corredo asciugavano stese al sole sopra
l'erba, si raccontavano i loro amori, dimenticandosi di quando, l'inverno
appresso, l'acqua gelata avrebbe arrossato e gonfiato ancora di più le loro
mani, destinate al lavoro di tanti bucati, tanti….
E chissà quali baci segreti, rubati con la scusa della musica dell'acqua
corrente, e del fresco di una sera di primavera. Chissà le promesse, i
litigi, le gelosie.
Chissà quante preoccupazioni si raccontavano le madri, mentre la conca si
riempiva, e parlavano dei figli, dei mariti a fare il carbone, del pane,
sempre troppo poco. E duro era risalire verso casa, con la conca pesante
sulla testa; eppure, così diritte, avevano quasi un portamento da regine.
Ora che tanto è così cambiato, pure sarà bello fermarsi ancora per un poco,
sedere accanto al gorgogliare di quest'acqua, che ha tante storie da
raccontare a chi saprà ascoltare.
Rispettare ciò che la natura ancora ci offre è sicuramente un indice di
civiltà.
Le Fotografie
Come era
Durante i lavori
Come è adesso
Il guardiano della Fonte |