"Parole come pietre, pietre come parole":
incontro con la poesia dialettale del prof. Leandro Ugo Japadre
Lo splendido scenario dell’Abbazia di San Giovanni Battista di
Lucoli è stato teatro di una giornata dedicata alla riscoperta del
dialetto lucolano.
La Pro Loco di Lucoli, in collaborazione con la Parrocchia di San
Giovanni Battista, l’Amministrazione Comunale e Que Nova News, ha
organizzato un incontro con la poesia dialettale del prof. Leandro
Ugo Japadre, inserendolo in un progetto culturale intitolato “Parole
come pietre, pietre come parole”.
In occasione di questo evento, il professore ha presentato la sua
nuova raccolta di poesie in vernacolo, dal titolo “Ju rennacciu” (Il
Rammendo).
In seguito all’accoglienza fatta dal parroco don Amedeo Passerello,
il presidente della Pro Loco, Maurizio Fiorenza, ha presentato
l’autore, che davanti ad una platea gremita ed attenta ha trattato
la genesi del dialetto lucolano, per poi proseguire nella lettura di
alcune sue poesie, senza nascondere l’emozione nel ritrovarsi attore
in un luogo a lui tanto caro, perché proprio paese natio e scenario
di tutte le sue splendide poesie, dei ricordi, delle gioie, delle
pene, degli odori e dei sapori di un’infanzia lontana.
Dapprima ha spiegato l’importanza del dialetto, una lingua che via
via va scomparendo, ma che con i suoi suoni, i colori e tutte le sue
sfumature, trasmette come per magia tutta la cultura di un popolo
che una lingua asettica non potrebbe mai spiegare.
In seguito, leggendo alcune delle sue poesie, a volte ironiche, ma
molto spesso ricche di una toccante malinconia, il prof. Japadre ha
saputo strappare all’attento pubblico ogni genere di emozione e
partecipazione commossa e nel contempo stupita.
Molto forte è stata la commozione generale, che la platea silenziosa
ha lasciato trasparire durante la lettura di alcune struggenti
poesie, accompagnate da note musicali, abilmente inserite nel
contesto dai maestri Pierangelo Castellani, al pianoforte e Gaetano
De Benedictis, al violino.
Momenti di trepidazione tra il pubblico che non ha lasciato
trapelare neanche il più sommesso respiro, momenti irripetibili
scossi soltanto dagli intensi applausi che sono scrosciati
rumorosissimi al termine della lettura di ogni singola poesia.
Infine gli spettatori, tutti in piedi, si sono lasciati andare ad un
battimano che ha quasi fatto tremare le antiche e solide mura della
sontuosa Abbazia lucolana.
Il paesaggio naturale di questo paese è mutato negli anni, si è
evoluto, come è giusto che sia, è cambiato rispetto a quello che il
professore rammenta (e rammenda) con forte nostalgia nelle sue
poesie, ma l’amore di Lucoli per i suoi figli resta e resterà sempre
lo stesso, immutato e forte, come le pietre che sono assemblate tra
i suoi monti, che sontuosi sembrano voler proteggere il passato, il
presente ed il futuro delle sue creature.
L’incontro con il prof. Japadre si è concluso con il ringraziamento
da parte del sindaco di Lucoli, Luciano Giannone, che ha conferito
al professore l’onoreficienza di Benemerito della Cultura e della
Poesia.
Ha fatto seguito all’incontro culturale un rinfresco offerto e
organizzato dalla Pro Loco, dove tutti i partecipanti hanno potuto
gustare ogni sorta di squisitezze rigorosamente fatte in casa dalle
donne di Lucoli.
Molti i complimenti da parte dei partecipanti per la cura e
l’eleganza con cui la Pro Loco organizza ogni evento.
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