Ji sôni de 'na 'ote (seconda
parte)
di Nevada
Volevo complimentarmi con l'amico Fratitu per l'articolo "Ji
soni de 'na 'ote" e nello stesso tempo fargli notare che, forse per la sua
più giovane età, rispetto alla mia, si è dimenticato di qualcosa che noi ragazzini all'epoca aspettavamo per settimane intere: Ju Cinciaru.
Al solo ricordare l'urlo: "Cinciaròòò, Cinciaròòò" ancora adesso che sono passati
trent'anni e forse più, mi sento trasalire.
L'arrivo "degliu Cinciaru" infatti significava per noi ragazzi, l'opportunità di poter avere forse, un nuovo pallone, probabilmente
"gonfio".
Nel sentire tale urlo scattava infatti la caccia all'alluminio; si cercavano i contenitori di tale metallo che il furbo
"cinciaru" raccattava assiduamente nei nostri paesi e a seconda della quantità
lo scambiava con un pallone gonfio oppure sgonfio.
Trovare alluminio all'epoca era come fare sei al super enalotto oggi, infatti gli unici contenitori che si potevano trovare nei miseri
monnezzali del paese (proprio così, ogni paese aveva la sua piccola discarica) erano quelli del
DDT (insetticida).
Non esistevano lattine di bibite, contenitori per deodoranti, o per schiuma da
barba, non come adesso che ogni casa ne è piena.
Certo l'ambiente se ne giovava.
Il più delle volte la ricerca era infruttuosa e il pallone restava un sogno che scompariva sull'ape del
cinciaro.
L'omino non raccattava solo alluminio ma cercava ancor di più il rame che era trattato alla stregua dell'oro.
A tal proposito mai dimenticherò la volta in cui due amici del paese rubarono la conca di rame di una poveretta e la portarono al cinciaro chiedendogli:
"Cincià 'ngi scappa 'nu pallo' co' questa?" e l'omino
"Frecate co' quessa 'ngenne vesce unu gunfiu e unu sgunfiu!"
E baratto fu, solo che il giorno dopo i genitori dei due sventurati amici furono costretti ad andare
a L'Aquila per ritrovare il cinciaro e riprendere la conca pagando pero' i
palloni. Ai due amici.... quante botte!!!
Erano altri tempi e altri suoni. Caro Fratitu oltre al cinciaro forse
non hai conosciuto neanche Ju Saponaru.
Ju Saponaru o Toscano, era un omone grosso che vendeva di tutto, un emporio
ambulante, aveva una parlantina toscana e a differenza del cinciaro era un po' piu' buono con noi ragazzini regalandoci, a seconda della spesa delle mamme, qualche caramella. Eh...
beata gioventù....
Leggi "Ji sôni de 'na 'ote"
(prima parte)
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