Il decalogo del buon cazzeggiatore
a cura di Torny
Bisogna essere francazzisti dentro per essere francazzisti fuori, lo
dicono i maggiori filosofi: l'homme est un cazzeggiateur pensant, je
cazzeg, donc je suis, l'uomo è un animale cazzeggiante, homo homini
cazzeggius, bisogna avere il cazzeggio dentro per far nascere una stella
danzante, il mondo balla sui piedi del cazz (diminutivo di cazzeggio),
in interiore homine habitat cazzeggius...e così via... io sono teorica e
praticanda di quest'arte subliminale, vicina all'esperienza dell'ascesi.
Dovrei proporre questo esercizio mistico e fecondo a tutta l'umanità,
cominciando con il "decalogo del buon cazzeggiatore" (edizioni Del Torny,
2003). Non è vietata la riproduzione durante la lettura).
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Il buon cazzeggiatore deve per prima cosa liberarsi dei fardelli
della vita fisica (libri di scuola soprattutto) con un semplice gesto
primitivo: buttarli al cesso. Se proprio non volete separarvi da questi
pesi per l'anima o non vi sentite ancora pronti per intraprendere il
duro iter verso l'estasi cazzeggiatrice, lasciateli marcire sugli
scaffali della vostra camera e pensateli come un ornamento artistico per
la vostra scrivania, libera di riempirsi di polvere.
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Un ulteriore passo verso la liberazione dalle fatiche, è il lasciarsi
alle spalle le preoccupazioni. Avete qualcosa da fare? Pensate
insistentemente e ripetete all'infinito, coordinando con i vostri
pensieri il vostro respiro: non fare oggi quello che puoi fare
dopodomani.
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Il cazzeggiatore, però, non è uno sprovveduto: deve saper riconoscere
QUALI e QUANTE sono le attività da non scartare: prolungate fino
all'infinito e concentratevi bene, fino a raggiungere la perfezione,
nelle quattro attività fondamentali: cibo, bagno, sonno, sesso. Almeno
sei ore per le prime due, 12 per il sonno, il restante per l'ultima
attività.
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Il cazzeggio, ricordate, non è un'attività inutile: fortifica
soprattutto l'intelletto. Per questo posso proporvi un esercizio base
ideato e praticato da uno dei maggiori esponenti di quest'arte: mia
sorella. Sedetevi sul divano, posto preferibilmente di fronte la
libreria. Dopo alcuni minuti di riflessione filosofica, leggete le
copertine dei libri che avete di fronte, più e più volte. Quando vi
siete stancati, potete anche interrompere l'attività cognitiva e
sdraiarvi sul divano, magari sonnecchiando. Riprendete dopo una mezz'
oretta. In questo modo, avrete passato una giornata e avrete arricchito
il vostro bagaglio culturale con titoli di nuovi libri e romanzi che
citerete a piacimento nei discorsi con i vostri amici , impressionandoli
con la vostra aulica conoscenza.
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Preferite le attività ludiche a quelle impegnative, perchè, mentre le
prime vi permetteranno di sviluppare la vostra intelligenza, le seconde
non fanno altro che deteriorarla. Preferite una partita a Worms, in modo
da entrare nella logica dei combattimenti, al posto dello studio del
capitolo sulla prima guerra mondiale: un ammasso di notizie e date
inutili che non permettono di capire a fondo la logica della guerra
(come invece una sana partita a Worms può fare).
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Dopo aver capito quali attività intraprendere, il buon cazzeggiatore
deve fortificare la sua neonata attitudine al dolce far nulla, senza
farsi tentare dalla vita indaffarata e faticosa. Regola preponderante è
la passività: siate parsimoniosi nel dispendio della vostra energia. Il
saggio consiglia attività utili per il risparmio dell'energia corporea:
l'ascolto della musica vi permetterà di risparmiare una buona parte
della vostra energia, ma non vi impedirà di pensare. Quindi, il saggio
vi propone di cimentarvi con l'attività della televisione che vi
toglierà l'onere di dover pensare. prediligete i programmi televisivi
del primo pomeriggio, quali quelli di Maria De Filippi o Alda D'Eusanio,
perfetti deterrenti contro il pensiero. Altrimenti rilassatevi guardando
l'ennesima replica di Beverly Hills o Dawson's Creek.
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Altro presupposto importante per il cazzeggio è il luogo. Il
cazzeggiatore non ama luoghi scomodi e angusti o che non permettono la
posizione supina e rilassata ed è per questo che, insieme alla radio e
alla televisione, il divano è un oggetto indispensabile per raggiungere
il nirvana del cazzeggio. Se non ne possedete uno, ripiegate sul letto.
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Tutto l'essere del buon cazzeggiatore deve essere teso al risparmio
dell'energia e dei neuroni. L'attitudine interiore si riflette poi anche
all'esterno. Infatti i moderni psicologi e fisiologi del cazzeggio hanno
individuato i tratti somatici del buon cazzeggiatore: palpebre
leggermente abbassate, per far riposare gli occhi; bocca in posizione
orizzontale, senza alcuna espressione, nè di gioia, nè tantomeno di
tristezza (il cazzeggiatore non si fa turbare dalle emozioni umane) con
una leggera tendenza allo sbadiglio e allo sbuffo; parlata lenta e
monotona, diciamo stanca, come i movimenti del resto. Inoltre i
linguisti hanno individuato le espressioni tipiche di questo grande
asceta che è il cazzeggiatore: "ufff...." "famme mette agliul divanu" "mmmmmmmhh..."
"tengo fame" "..che sò finiti ji crackers?" "che ngi sta alla tilivisio’?"
"fammi fa ‘na partita a Worms va’…" "non me-ne tè de ji agliu bagnu…mò
la faccio ecco…".
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Il buon cazzeggiatore deve anche farsi valere: tante sono le insidie
che minano la sua pace interiore. ma il buon cazzeggiatore sa come
difendersi senza essere troppo violento o maleducato: quando la mamma
chiama per un aiuto in cucina, rispondete "eccome, n’attimu!...", che
diventerà poi un'ora, un giorno, un anno. In questo modo non avete
esposto la vostra volontà di non far nulla in modo diretto, evitando
l'ira della società che ripudia questa pratica, eppure così diffusa, del
cazzeggio.
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Varie ed eventuali.
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