Il decalogo del buon cazzeggiatore
a cura di Torny


Bisogna essere francazzisti dentro per essere francazzisti fuori, lo dicono i maggiori filosofi: l'homme est un cazzeggiateur pensant, je cazzeg, donc je suis, l'uomo è un animale cazzeggiante, homo homini cazzeggius, bisogna avere il cazzeggio dentro per far nascere una stella danzante, il mondo balla sui piedi del cazz (diminutivo di cazzeggio), in interiore homine habitat cazzeggius...e così via... io sono teorica e praticanda di quest'arte subliminale, vicina all'esperienza dell'ascesi. Dovrei proporre questo esercizio mistico e fecondo a tutta l'umanità, cominciando con il "decalogo del buon cazzeggiatore" (edizioni Del Torny, 2003). Non è vietata la riproduzione durante la lettura).

  1. Il buon cazzeggiatore deve per prima cosa liberarsi dei fardelli della vita fisica (libri di scuola soprattutto) con un semplice gesto primitivo: buttarli al cesso. Se proprio non volete separarvi da questi pesi per l'anima o non vi sentite ancora pronti per intraprendere il duro iter verso l'estasi cazzeggiatrice, lasciateli marcire sugli scaffali della vostra camera e pensateli come un ornamento artistico per la vostra scrivania, libera di riempirsi di polvere.
     

  2. Un ulteriore passo verso la liberazione dalle fatiche, è il lasciarsi alle spalle le preoccupazioni. Avete qualcosa da fare? Pensate insistentemente e ripetete all'infinito, coordinando con i vostri pensieri il vostro respiro: non fare oggi quello che puoi fare dopodomani.
     

  3. Il cazzeggiatore, però, non è uno sprovveduto: deve saper riconoscere QUALI e QUANTE sono le attività da non scartare: prolungate fino all'infinito e concentratevi bene, fino a raggiungere la perfezione, nelle quattro attività fondamentali: cibo, bagno, sonno, sesso. Almeno sei ore per le prime due, 12 per il sonno, il restante per l'ultima attività.
     

  4. Il cazzeggio, ricordate, non è un'attività inutile: fortifica soprattutto l'intelletto. Per questo posso proporvi un esercizio base ideato e praticato da uno dei maggiori esponenti di quest'arte: mia sorella. Sedetevi sul divano, posto preferibilmente di fronte la libreria. Dopo alcuni minuti di riflessione filosofica, leggete le copertine dei libri che avete di fronte, più e più volte. Quando vi siete stancati, potete anche interrompere l'attività cognitiva e sdraiarvi sul divano, magari sonnecchiando. Riprendete dopo una mezz' oretta. In questo modo, avrete passato una giornata e avrete arricchito il vostro bagaglio culturale con titoli di nuovi libri e romanzi che citerete a piacimento nei discorsi con i vostri amici , impressionandoli con la vostra aulica conoscenza.
     

  5. Preferite le attività ludiche a quelle impegnative, perchè, mentre le prime vi permetteranno di sviluppare la vostra intelligenza, le seconde non fanno altro che deteriorarla. Preferite una partita a Worms, in modo da entrare nella logica dei combattimenti, al posto dello studio del capitolo sulla prima guerra mondiale: un ammasso di notizie e date inutili che non permettono di capire a fondo la logica della guerra (come invece una sana partita a Worms può fare).
     

  6. Dopo aver capito quali attività intraprendere, il buon cazzeggiatore deve fortificare la sua neonata attitudine al dolce far nulla, senza farsi tentare dalla vita indaffarata e faticosa. Regola preponderante è la passività: siate parsimoniosi nel dispendio della vostra energia. Il saggio consiglia attività utili per il risparmio dell'energia corporea: l'ascolto della musica vi permetterà di risparmiare una buona parte della vostra energia, ma non vi impedirà di pensare. Quindi, il saggio vi propone di cimentarvi con l'attività della televisione che vi toglierà l'onere di dover pensare. prediligete i programmi televisivi del primo pomeriggio, quali quelli di Maria De Filippi o Alda D'Eusanio, perfetti deterrenti contro il pensiero. Altrimenti rilassatevi guardando l'ennesima replica di Beverly Hills o Dawson's Creek.
     

  7. Altro presupposto importante per il cazzeggio è il luogo. Il cazzeggiatore non ama luoghi scomodi e angusti o che non permettono la posizione supina e rilassata ed è per questo che, insieme alla radio e alla televisione, il divano è un oggetto indispensabile per raggiungere il nirvana del cazzeggio. Se non ne possedete uno, ripiegate sul letto.
     

  8. Tutto l'essere del buon cazzeggiatore deve essere teso al risparmio dell'energia e dei neuroni. L'attitudine interiore si riflette poi anche all'esterno. Infatti i moderni psicologi e fisiologi del cazzeggio hanno individuato i tratti somatici del buon cazzeggiatore: palpebre leggermente abbassate, per far riposare gli occhi; bocca in posizione orizzontale, senza alcuna espressione, nè di gioia, nè tantomeno di tristezza (il cazzeggiatore non si fa turbare dalle emozioni umane) con una leggera tendenza allo sbadiglio e allo sbuffo; parlata lenta e monotona, diciamo stanca, come i movimenti del resto. Inoltre i linguisti hanno individuato le espressioni tipiche di questo grande asceta che è il cazzeggiatore: "ufff...." "famme mette agliul divanu" "mmmmmmmhh..." "tengo fame" "..che sò finiti ji crackers?" "che ngi sta alla tilivisio’?" "fammi fa ‘na partita a Worms va’…" "non me-ne tè de ji agliu bagnu…mò la faccio ecco…".
     

  9. Il buon cazzeggiatore deve anche farsi valere: tante sono le insidie che minano la sua pace interiore. ma il buon cazzeggiatore sa come difendersi senza essere troppo violento o maleducato: quando la mamma chiama per un aiuto in cucina, rispondete "eccome, n’attimu!...", che diventerà poi un'ora, un giorno, un anno. In questo modo non avete esposto la vostra volontà di non far nulla in modo diretto, evitando l'ira della società che ripudia questa pratica, eppure così diffusa, del cazzeggio.
     

  10. Varie ed eventuali.

 

Stampa questa pagina