Il risveglio del Rio
di Roberto Cirella

 
Da troppo tempo, ormai, i ciottoli dormivano profondamente nel letto del torrente.
Non si urtavano più l’un l’altro sospinti dall’onda della vita.
Ricoperti da erbe, foglie, arbusti e rifiuti di ogni genere, credevano di essere stati per sempre abbandonati al destino di tutte le altre pietre.
Le dolci carezze, recate dall’acqua che un tempo scorreva copiosa, erano un pallido ricordo ed ogni speranza di sentirle ancora sembrava ormai svanita.

Inaspettatamente, però, dapprima piano piano e poi con insistenza, l’acqua ha cominciato a rifluire ed il Rio si è svegliato.

Ascoltando attentamente il sommesso parlottio che fanno le onde con i ciottoli, sembra udire voci che nostalgicamente evocano il passato e, come d’incanto, tornano alla mente scene ormai dimenticate:
le novantanove galline bianche e quella nera razzolano sul prato e poi beccano caparbiamente intorno alla matrimonia del mulino;
la chiusa è aperta, la ruota del mulino gira;
la raffota è piena, il pastore spinge le pecore nell’acqua prima della tosa;
la fornace cuoce coppi e mattoni e le donne cantano aspettando il loro turno per la macina al mulino;
i fanciulli giocano sui prati intorno al Rio o si rincorrono allegramente sul vecchio ponticello di mattoni.

Ora, i ciottoli, sono sempre più tentati a tirar su la testa per scrutare l’orizzonte, ma non osano.
Sanno di non poter mai diventar salmoni e ricongiungersi alla roccia madre.

Inesorabilmente rotoleranno sempre più a valle portando, però, con sé, il ricordo di quel tempo e la viva speranza che il risveglio non sia soltanto un sogno.
 


 

 

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