L’Homo Lucolanus
Motorizzatus
a cura di N.A. Stronauta
dell'Istituto di Ricerca Que Niuton
I ricercatori di Que Niuton hanno trovato nelle nostre terre
incontaminate un fertile terreno di studi scientifici ed antropologici,
tanto che ultimamente è stato classificato un altro tipo di ominide
caratteristico delle nostre terre: l’homo lucolanus motorizzatus.
Recenti studi operati dal CERN di Ginevra con l’ausilio del professor
Antonino Zichichi dal laboratorio del Gran Sasso, hanno dimostrato che
una fase fondamentale nello sviluppo dell’homo lucolanus è la
fase denominata, appunto, dell’homo motorizzatus.
Non si possiedono testimonianze dell’esistenza nel passato di quest’esemplare
umanoide: numerosi luminari della scienza, infatti, riunitisi il 30
giugno 2004 al tavolo di un noto bar lucolano, dopo lunghe ore di
discussioni, suffragate da prove scientifiche sperimentate in
laboratorio, sono giunti alla conclusione che fino ai primi decenni del XX secolo le macchine non esistevano.
Ergo, l’homo motorizzatus non aveva modo e ragione di esistere.
Inoltre la Motorizzazione Civile non era stata ancora istituita e ancora
non elargiva patenti a destra e manca;
in più “...ju comune non era
ancora asfardate le vie, perciò le machine non poteano caminà… sennò se
sfasceanu subbitu”, afferma Quintino Carpenter, dalla Columbia
University.
Nel caso dell’unica ed inconfondibile specie dell’homo lucolanus
motorizzatus, i ricercatori dell’ UCLA (Unione Cittadini di Lucoli
All'appeie) ritengono di non poter in nessun modo trascendere dalla
distribuzione geografica delle abitazioni degli homini lucolani, e
soprattutto non si può evitare il confronto con la diffusione
dell’apparecchio fondamentale nonché determinante nella formazione
dell’homo motorizzatus, non solo lucolanus, ma globalis: ossia,
l’automobile.
Assumeremo come data puramente formale ed approssimativa, dell’inizio
dell’evoluzione, il 1950 ed i decenni successivi, quelli del dopoguerra
e del boom economico, presupponendo che almeno un abitante su dieci
potesse possedere un'automobile, fino ad arrivare ai giorni nostri,
dove, in media, ogni famiglia di quattro persone possiede almeno due
macchine.
In quest’ultimo caso si assiste ad un fenomeno interessante: almeno una
delle due automobili è un’utilitaria, nella maggior parte dei casi con
più di dieci anni, e, secondo le osservazioni svolte dagli antropologi,
tale automobile svolge delle mansioni pressoché identiche in ogni
famiglia dove siano presenti almeno due homini motorizzati cum
patentae.
Elencheremo di seguito le varie realtà analizzate:
SE gli esemplari cum patentae nel nucleo familiare sono un homo
motorizzatus et una femina motorizzata, spesso congiunti nel
vincolo del matrimonio ALLORA l’utilitaria serve per:
- Approvvigionamento et rifornimento di cibo nelle dispense (attività
lasciata alla femina di ogni genere e tipo, tranne alle filiae
affamatae et ingordae, poiché esse tendono a riempire il carrello di
stronzate -scusate l’eufemismo-, di cioccolatini, biscotti, patatine ed
altri cibi ad alto contenuto lipidico e glucidico) con cibi
squisitamente lucolani (pecora, ainucciu, petane, pumatore, favi,
pscegli, pipintuni ecc. ecc.)
- Deambulazione prole qualora non esistesse il servizio ScuolaBus o
Autobus;
- Escursioni in montagna, per vie accidentate, disseminate di trappole
atroci, quali buche profondissime e sassi di spropositate dimensioni
che, nonostante la loro mole, sfuggono alla vista;
- Tutte le attività della femina (sfoltitura della chioma fluente,
sfoltitura della peluria superflua ad opera di estetisti famelici,
shopping assassino , pellegrinaggi assidui alle zie inferme…)
- Deambulazione durante il manifestarsi di cataclismi, quali abbondanti
precipitazioni a carattere nevoso, grandine, fulmini, tornado,
cavallette e rane;
varie ed eventuali
SE gli esemplari cum patentae diventano tre, homo, femina et filius
ALLORA l’utilitaria serve anche per:
- Campo di battaglia per il neo patentato, libero di sperimentare
parcheggi azzardati ai danni dei fari, dei fanali e degli stop senza
dover sentire un forte senso di colpa e, soprattutto, senza dover
sentire le bestiali urla del pater;
- Mezzo principale per la vita sociale del neo maggiorenne, che si avvia
a far parte della moderna società automobilistica a tutti gli effetti,
uscendo e rientrando tardi la sera, sotto lo sguardo ansioso della mater
e sotto il cosiddetto “sguardo di sbieco” del pater;
Qualora la mater avesse bisogno dell’utilitaria per svolgere le mansioni
di sopra elencate, le conviene prenotare;
varie ed eventuali.
SE gli homini patentati diventano quattro ALLORA conviene
acquistare un’altra automobile
ALTRIMENTI so ca... gli te!
L’homo lucolanus motorizzatus ha catturato, inoltre, l’attenzione
degli antropologi per il suo incredibile adattarsi alle curve
impossibili, attitudine che chiameremo “il taglio della curva”.
Questo
comportamento si manifesta soprattutto sulla statale 584 (sotto Lucoli
Alto prima di Casamaina, alle Foche de Genzanu oppure in prossimità di
Collefraggiu), dove il percorso si fa più flessuoso
ed impervio, e dove, nonostante un lavoro umano non indifferente, la
strada si piega più volte e ripetutamente.
In quei tipi di percorsi
l’homo lucolanus motorizzatus tende a stravolgere le leggi della
geometria e della fisica non seguendo più la strada, ma inventandone una
propria che, se se ne osserva bene la traiettoria, evita al volante lo
stress di essere girato, ripetutamente.
Pare che gli studi sul nostro territorio non si siano ancora esauriti.
I ricercatori, infatti, stanno cercando esemplari di homini lucolani
che non praticano “il taglio della curva” ma ormai sempre più rari.
Nel caso doveste avvistarne qualcuno inviate tempestivamente le vostre segnalazioni al nostro sito.
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