Studi scientifici rivelati  
de  L'ultimo dei Romantici

Ritengo doveroso scusarmi con i lettori per non averli informati di un evento che ho ritenuto di non divulgare prima di essere entrato in possesso di notizie scientifiche certe e comprovate.
Ora siamo in condizione di pubblicare almeno in parte i risultati di uno studio condotto in assoluta segretezza sulle montagne di Lucoli e sui territori circostanti.

Veniamo ai fatti.
Partendo dalla primavera 2005 per arrivare ad aprile 2006, con scadenze periodiche, durante tutto quest'arco di tempo, un gruppo di ricercatori nominati dalla commissione Europea per l'Ambiente, ha monitorato e studiato il nostro territorio.
La segretezza dello studio nasceva dalla necessità di non avere nei vari periodi di osservazione, analisi e ricerca nessun condizionamento ed inquinamento.
I risultati dell'accurato lavoro sono ritenuti eccezionali, come sostiene il prof. Michael Carrafuken coordinatore del gruppo composto dai seguenti ricercatori: dott. Peter Pafoe  dell'Università di Berlino, dott.ssa Joanna Pace italo australiana dell'Università di Melbourne, il dott. Guglielmimpietro Fiaschetti, tecnico dell'Enea e collaboratore del prof. Dave Matthews, premio Nobel sulla ricerca delle malattie respiratorie del Tritone Crestato.

Questo gruppo di studiosi ha trascorso, come dicevo, in tutta segretezza, giorni e notti sui nostri monti in condizioni climatiche anche molto avverse.
La loro abnegazione ha però portato a risultati che già lasciano intravedere scenari naturalistici quantomeno interessanti sia dal punto di vista della flora che della fauna.
Addirittura sembra che alcune forme di comunità vegetali, che definiremo pioniere, siano presenti solo sui nostri monti.
Esistono nel nostro territorio piccoli appezzamenti di Bromus Erectus e di Arrheratherum elatius  comunque messe a serio rischio dalla presenza sui nostri monti di animali da allevamento ghiotti di tali erbe rare.
Dice il prof. Michael Carrafuken:
"Lo studio in chiave dinamica della vegetazione permette di costruire modelli di elevato valore predittivo che integrano ambiente fisico, vegetazione ed interventi antropici. L'approccio seguito è quello fitosociologico. All'informazione fisionomica segue un riferimento relativo ai ranghi elevati della gerarchia sintassomica alla quale si perviene attraverso l'informazione fornita da talune specie pioniere che nella specificità sono considerate caratteristiche di tali sintaxa."
"Il giudizio che daremo e le misure che speriamo vengano prese, non possiamo esporle in maniera completa, in quanto l'elaborazione dei dati raccolti si sta rivelando assai complicata",
sostiene la dott.ssa Joanna Pace.
Seguendo tutti i ragionamenti sopra elencati si va incontro a tutta una serie di considerazioni sulle norme che regolano l'habitat della flora e della fauna, sia con leggi nazionali che con ordinamenti comunitari. Ancora oggi però non siamo in grado di dare un consiglio a 360 gradi."

In questa breve intervista il Prof. Carrafunken ci ha detto:
"Oltre alla vegetazione sono stati studiati diverse specie animali, e per essere un pochino più precisi la vipera aspis francisciredi, l'astens pretensis, la matacilla alba, l'alauda arvensis, l'anthus pratensis, la motacilla alba, oltre al lupo, l'orso marsicano e all'accipitenisus al gipfulus.
Purtroppo per alcune specie interessate dal nostro  studio e per la precisione il mammarotthus, il caleottherus striatus e il sarchiaponis pois, il rischio di estinzione è notevole soprattutto a causa del disturbo arrecato dalla attività umane".
Notevole il danno arrecato dalle attività sciistiche agli animali in letargo. Quest'ultimi subiscono gravi danni anche a causa del passaggio dei mezzi e delle persone nelle vicinanze dei loro rifugi in quanto le loro attività cerebrali in letargo, continuano a funzionare.

Così a caldo la soluzione sarebbe di vietare su tutto il territorio qualsiasi tipo di attività umana.
Non vogliamo allarmare nessuno, potrebbe essere risolto anche con l'accesso a numero chiuso per alcuni soggetti.
Certamente sarà necessario studiare un nuovo sviluppo territoriale e per quanto riguarda l'evacuazione di Casamaina bisognerà iniziare a ragionare se vogliamo che gli ultimi esemplari in Europa di sarchiaponis pois possano essere salvati.

Rinviamo però a un giudizio più completo e le conclusioni ufficiali al momento in cui l'elaborazione dei dati verrà ultimata in modo da non creare inutili allarmismi.
 

 

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