Il ribollir dei tini
dal nostro inviato P.Tale


Nella nostra amata vallata, da alcuni giorni, è partita ufficialmente  la stagione vinicola 2006.
Gli operatori del settore hanno dato inizio alla vendemmia compiendo ancora una volta il rito secolare.
Torchi, botti, carratelli e damigiane sono stati tirati a lucido e per tutto l'anno saranno i custodi della prelibata bevanda: l' Acitella Lucolana.
 
La maturazione è al massimo.  Il tasso zuccherino è alto (anche se le vespe sono restìe nello sciamare al contrario di quanto avviene nelle vigne di tutto il mondo!). 
Il momento è cruciale perchè se non si opera celermente con la raccolta apò le prime jelate 'ngi lassanu attaccatu solo ju raspu.

Quest'anno, annata particolare, viene preferita l’uva di pergola a quella di filare.
L'uva di pergolato, il tipico vitigno valligiano, nella nostra zona è tradizionalmente poco assolata.
E' infatti irradiata mediamente per un’ora al giorno a luglio, mezz’ora in agosto e via via scemando fino alla vendemmia per un totale che non supera le quarantanove ore.
 

Per ottenere il meglio, dalla famosa "Acitella Lucolana" D.O.P.P. (Denominazione di Origine Pergola Protetta) si consiglia di rispettare un meticoloso protocollo per esser certi di rientrare nei rigidi parametri organolettici richiesti dai palati sopraffini di tutti noi valligiani.

Da secoli la particolare lavorazione del mosto porta l'"Acitella Lucolana" al di sotto dei 7 gradi e consente di ottenere il suo particolarissimo bouquet tra cui primeggia l'odore della terra umida allappacinu misto all'aroma del fammucu in fiore con un  retrogusto persistente di corteccia di vitacchi e cuccuvagli appassiti.

Splendido prodotto!

L' "Acitella Lucolana", vino rosatello leggermente "spuntatu", contenuto nei fiaschi impagliati o bottiglioni di vetro trasparente, alle prime gelate di fine dicembre, dominatore delle tavole imbandite con panonte e spuntature di maiale,  ha sempre bisogno di una rigida procedura per essere apprezzato da chi lo assaggia per la prima volta.

E' necessario che il novello degustatore venga aiutato da tre persone che, dopo aver pronunciato la rituale frase "....sinti che vinello che m'ha viscitu quist'annu!"    ddù ju riggiu e unu  'nge llo fa' gnotte co' ju mmuttigliu.

Per il lucolano d.o.c. invece, sprezzante del pericolo, non c'è alcun problema, se-llo gnotte da sojo tuttu assieme e dopo aver fatto schioccare la lingua sul palato esclama sicuro  
 “....bbono..... se sente che è lo tè!!

 

Scheda del Prodotto


Nome
Acitella Lucolana
Prodotto: vino da tavola rosè D.O.P.P. lucolano
Uva: Montepulciano allappa-cinu
Colore: rosa canino
Profumo:
odore di terra umida allappacinu, fammucu in fiore e cuccuvagli appassiti
Sapore:
secco e pungente come le spine della suddetta rosa con retrogusto persistente di corteccia de vitacchiu
Tenore alcolico:
6,5 - 7 gradi max
Bottiglia:
buttiglione o fiasco impagliato possibilmente usurato
Modo di conservazione:
non si consiglia la conservazione (va biutu tuttu assieme), altrimenti potrebbe perdere le sue caratteristiche peculiari
Temperatura di servizio:
14-15 gradi ma di solito viene assaggiato quanno jela a 1-2 °C  perchè riscalda velocemente in quanto favorisce il bruciore di stomaco.
Abbinamento:
si accompagna a piatti di panonte, a sfrizzuji e allo picurinu siccu de dù anni prima.